È all’esame del Senato il DDL per contrastare e prevenire il bullismo e il cyberbullismo che potrebbe rafforzare le funzioni del Garante della Privacy permettendogli di cancellare i contenuti lesivi presenti sul web, entro 24 ore dalla richiesta dell’interessato. La tutela, che era nata soprattutto per proteggere i minori, dovrebbe essere estesa a tutti, anche ai maggiorenni.

Anche se gli intenti del Garante sono certamente positivi e hanno l’obiettivo di  velocizzare i processi che portano alla protezione dell’identità personale sul web, questo provvedimento crea non pochi dubbi sulla sua effettiva realizzazione. Intanto pare assai improbabile che il Garante della Privacy riesca a evadere entro 24 ore le richieste di tutti cloro che ne faranno richiesta, inoltre risulta difficile credere che i provider e i social network saranno così collaborativi con il Garante e pronti a creare delle procedure che prevedano la rimozione di contenuti negativi in poco tempo, senza una normativa più completa.

In assenza infatti di una normativa quadro, sistematica, si corre il rischio di ripetere quello che già accaduto con il diritto all’oblio sancito dalla sentenza della Corte di Giustizia europea: sia i motori di ricerca (Google in primis) che i social network si sono dimostrati tutt’altro che collaborativi nella rimozione di contenuti negativi per la web reputation di soggetti pubblici o privati, rimettendo di fatto nelle mani di professionisti privati la soluzione di questi problemi.