Quotidianamente sentiamo e leggiamo pareri e interviste di epidemiologi, microbiologi, pneumologici invitati a discutere di tutte le sfaccettature inerenti al virus e di come quest’ultimo abbia cambiato la società. Questo sovraccarico di informazioni è finito sotto la lente di ingrandimento della nostra indagine (Dagli esperti italiani sul Covid-19 sovraccarico di informazioni e indicazioni incoerenti, Reputation Science), che ha analizzato le dichiarazioni degli ultimi dieci mesi.
Indice di allerta e indice di coerenza: sono questi i due parametri presi in considerazione dall’analisi, come abbiamo spiegato ai microfoni di Stefano Molinari e Luigia Luciani su Radio Radio.
Per ascoltare l’intervista:
“Abbiamo fatto un’analisi di tutti i contenuti in rete che sono presenti su questi soggetti. Di conseguenza andiamo ad analizzare l’effetto che le loro dichiarazioni hanno avuto all’interno della società civile.
Abbiamo utilizzato due parametri fondamentali: l’indice di allerta massima (mettere la mascherina anche agli animali), dove 5 è il massimo della prudenza e -5 è ‘non esiste il covid’. Il secondo parametro fondamentale è l’indice di coerenza, ovvero lo stesso virologo da febbraio scorso abbiamo studiato quante volte hanno cambiato opinione.
Perché abbiamo considerato la coerenza? Perché abbiamo studiato l’impatto della società civile e ci sono stati dei problemi seri durante questa epidemia. Questo effetto ha causato moltissima confusione tra le persone. Lo stesso Crisanti con le ultime dichiarazioni sul vaccino.
Il cittadino è stato inondato da una comunicazione contraddittoria, contrastante e spesso anche confusa. I virologi devono fare attenzione. Sono diventati super gettonati nelle trasmissioni, ma hanno portato ad una pandemia informativa. Hanno anche delle responsabilità, che non hanno ancora compreso”.
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