Il mio commento oggi su L’Economia Corriere della Sera, a corredo del nostro Osservatorio permanente Top Manager Reputation (www.topmanagers.it), che da otto anni monitora la reputazione digitale di ceo e presidenti delle più importanti aziende italiane.

 

Crescita, investimenti, piani per il futuro e responsabilità sociale guidano la web reputation dei Top Manager in Italia. I dati parlano chiaro: a influenzare la reputazione dei manager, in prima istanza, è l’andamento economico delle società che guidano. Bilanci record, acquisizioni e piani industriali ambiziosi sono il primo, fondamentale indicatore della reputazione di un top manager. Il 2019, inoltre, è stato anche l’anno delle donne e dei Presidenti, citati sempre più spesso al fianco degli Amministratori delegati soprattutto quando si parla di aziende “familiari”.

Nella classifica 2019 della web reputation, il settore cresciuto di più è quello del fashion (+28,4%), trascinato da Brunello Cucinelli (7°), Remo Ruffini (8°) e Miuccia Prada (12°, +4,2% nell’ultimo anno). Le conversazioni intorno ai manager della moda evidenziano i buoni risultati ottenuti, in termini di espansione e crescita del giro di affari, e negli ultimi 12 mesi hanno posto grande attenzione anche nei confronti di Milano, a ribadire l’importante ruolo che il capoluogo lombardo ricopre in questo settore.

Novità del 2019, il grande balzo in avanti delle donne. Nella speciale classifica al femminile, complice l’ingresso in classifica di Maura Latini, Marina Nissim e Elisabetta Ripa, l’incremento è stato del 20,1%: un segno che la governance delle grandi aziende – un tempo esclusivamente maschile – sta cambiando.

Tra gli altri settori in crescita, si segnalano quello del food (+16,9%), delle infrastrutture (+6,2%), dell’energia (+3,8%) e dei media (+2%, con Urbano Cairo a guidare la classifica generale). A sostenere la crescita della reputazione media di questi settori, tra i tanti temi, spicca l’attenzione all’ambiente: un numero sempre maggiore di aziende sta infatti mettendo in campo iniziative a favore della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico, cavalcando uno dei temi chiave del 2019 reso celebre da Greta Thunberg e dal movimento Fridays for Future.

Non se la passa bene altrettanto bene, invece, il mondo dell’industria: nel 2019, a eccezion positiva della buona performance personale di John Elkann (3° in classifica), i manager del settore perdono complessivamente il 10,8% del proprio punteggio. Trend negativo anche per i manager della finanza italiana (-3,6%) e per quelli del settore trasporti (-2,7%), focalizzati sulle difficoltà in Borsa e sulla vicenda Alitalia. Pressoché stabile il mondo dello sport (-0,5%): la grande attenzione mediatica non rilancia la reputazione dei top manager sportivi, tre dei quali si trovano in coda alla classifica.