Per chi vuole posizionarsi nel mondo del lavoro, la reputazione è tutto. Il silenzio significa irrilevanza. I manager e i professionisti in genere devono imparare ad agire come un brand, fare una propria comunicazione rispondente a interessi professionali specifici. Attenzione a non cadere nella trappola del pensare che alcuni canali siano privati e altri professionali. È un’ingenuità. Tutto è visibile e quindi tutto è professionale e come tale anche nel privato va mantenuta una coerenza e una forma adeguata. Sempre.
Inoltre, ci sono tre regole per creare una buona reputazione: continuità, continuità e continuità. Insomma, la palestra del primo gennaio non serve a nulla.
I contenuti online esistono nello stesso momento, il presente si mescola con il passato e il rapporto tra reputazione digitale e recruiting è totale. È esattamente nei canali tradizionalmente visti come ‘privati’ che andranno a guardare per scoprire il lato autentico dei professionisti. Il curriculum è sulla via del tramonto per tante ragioni, non ultima il fatto che consente di ‘mentire’ in modo mirato in base a chi viene mandato. La visione pubblica, invece, è sotto gli occhi di tutti e non ci si può inventare nulla: costruite il vostro brand in modo coerente e autentico.
La reputazione è una forma di percezione ed è più importante della realtà, poiché è sulla percezione che facciamo le nostre scelte. La reputazione ha una ‘massa’ e questa, come in fisica, è in grado di attrarre. Una sorta di gravitazione reputazionale: in pratica, una buona reputazione attrae verso di noi. Una cattiva reputazione è invece una massa negativa, e respinge. Più la massa è grande, più esercita attrazione o repulsione.
Il “purché se ne parli” che genera reputazione è una sciocchezza colossale. Come nella campagna di Armando Testa “Open to meraviglia” la cui giustificazione è stata “abbiamo creato un dibattito”. Non hai creato un dibattito, ti hanno insultato in modo corale ed è molto diverso.
Ho trattato del tema reputazionale in un’intervista con La Sicilia:
Ho parlato con Mariangela Pira a Business, su Sky TG24, del nostro osservatorio Top Manager Reputation sulla reputazione degli executive.
A maggio 2025, sul podio dell'osservatorio Top Manager Reputation ci sono Carlo Messina, Pier Silvio Berlusconi e Andrea Orcel.
I top manager sono sempre più attivi sui social. Oggi, il 70% di chi presidia almeno una piattaforma pubblica contenuti…
In questa intervista per Wired ho trattato di come il funzionamento dei modelli AI potrebbe ledere la reputazione.
Ad aprile primo nella Top Manager Reputation l’AD di Unicredit Andrea Orcel. Seguono sul podio Pier Silvio Berlusconi e Carlo…
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