Il Tribunale Civile di Milano accoglie la richiesta di rimozione di un articolo del 2010 su un blog dopo che sia il Garante della Privacy che Google la avevano rigettata (per il persistere dell’interesse pubblico e per l’assenza di contenuti diffamatori).
Il giudice di Milano però smonta queste motivazioni e fa valere il diritto della professoressa alla “protezione dell’identità personale, alla dis-associazione del proprio nome da un risultato di ricerca,” e quindi alla rimozione dei contenuti che, seppur non diffamatori “risultano non aggiornati, non pertinenti, non completi”, e quindi non più di interesse pubblico.
In questo articolo del Corriere delle Sera, la ricostruzione dei fatti
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