metaverso

Il primo comizio online fu organizzato da Antonio Di Pietro nel 2007. Quindici anni dopo un candidato ci ritenta con il metaverso: vediamo quali sono le minacce legate all’uso improprio di questa nuova “piazza virtuale” e della bulimia social.

Alcuni pensano che sia solo un gioco, in realtà è qualcosa di concreto. Una realtà più reale di quella che spesso si vive nelle Istituzioni, un luogo di democrazia diretta”. No, non sono le parole di Mark Zuckerberg che presenta il metaverso.

Antonio Di Pietro e il primo evento politico online in Italia

A pronunciarle è stato Antonio Di Pietro sulla piattaforma Second Life: è un estratto da quello che è stato il primo comizio pubblico online della politica italiana. Da quell’evento sono passati 15 anni, che quando si parla di Rete e comunicazione corrisponde più o meno a un’era geologica. Nel mezzo ci sono stati i social, FacebookTwitter, Instagram. In mezzo c’è stato Trump, che ha fatto suonare più di un campanello d’allarme sul rapporto tra i politici e i social (e sulle responsabilità di entrambi).

Ora siamo alle prese con l’ultimo arrivato, TikTok. Il social che tanto ha fatto discutere per i suoi rapporti con la Cina e le problematiche relative alla privacy, soprattutto dei minori, e che non più tardi di un mese fa è diventato terreno di conquista anche dei politici nostrani. Con risultati spesso fuori luogo.

Metaverso 2022, il primo comizio a Torino

C’è un evento che più di tutti, in questa campagna elettorale, ha intercettato la mia curiosità. È il comizio organizzato sul metaverso da un candidato parlamentare del Partito Democratico“Lunedì 19 settembre 2022 alle ore 19 incontrerò i cittadini in un modo originale e innovativo” ha dichiarato il candidato. Il set prescelto è piazza Castello a Torino, non quella reale, difficile da riempire anche da veterani come Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

È una piazza Castello ricreata artificialmente fin nei minimi particolari, al cui centro campeggia un maxischermo. Gli ospiti potevano accedere al comizio direttamente dal proprio smartphone, creando un avatar. Il protagonista non si è fatto attendere, comparendo in diretta sul maxischermo mentre gli avatar si muovevano spaesati in questo mondo virtuale. Gli organizzatori parlano di qualche centinaio di persone, a vista d’occhio sembrerebbero meno. Deciderà la Questura.

Metaverso come funziona? Creando nuove relazioni

Onore al candidato per aver tentato la via dell’innovazione, portando nello scenario politico nazionale un nuovo strumento. Ci sono alcuni aspetti che mi preme sottolineare, per provare a inquadrare il tema in uno scenario più complesso. La modalità di comunicazione: il candidato ha deciso di organizzare un comizio, allestendo un finto maxischermo al centro di una piazza. Non molto diverso dall’esperimento dell’Italia dei Valori datato 2007, per il quale Di Pietro aveva ricreato un’agorà con tanto di tempio greco.

Il metaverso nasce con l’obiettivo opposto: non solo replicare modalità di relazione già esistenti, ma per crearne di nuove. In questo caso specifico, l’unica differenza rispetto a un comizio tradizionale era che si sarebbe potuto tenere anche con la pioggia. Altri due aspetti invece riguardano il rapporto tra la politica e il metaverso in generale. Lo strumento ancora non esiste. O meglio: esistono diversi metaversi-mondi virtuali, tutti creati e gestiti da società private.

Zelensky e i deep fake sulla resa dell’Ucraina

Serve una riflessione sui rischi che questo comporta, in termini di sicurezza e di gestione dei dati. Basta poco per riprodurre ambienti e personaggi coinvolti. La tecnologia permette di creare alter ego perfettamente realistici: chiunque può parlare con un finto avatar e far dire a un politico quello che vuole. È il caso dei deep fake: il web è pieno di video in cui Zelensky annuncia la resa ucraina, ad esempio.

L’evento sul metaverso (ma anche l’invasione di TikTok da parte dei leader politici) mette quindi in luce un elemento importante, quando si parla di comunicazione: una sorta di bulimia social. Si prova a essere su tutte le piattaforme, spesso non capendo come funzionino o i rischi associati. Le conseguenze di un uso incauto posso essere gravissime, ma spesso passano in secondo piano rispetto alla voglia di ‘esserci’. Il campo può essere allargato.

Pensiamo, ad esempio, se a sbarcare sul metaverso fosse un manager di una grande azienda, senza alcuna preparazione su come funziona e su come relazionarsi con gli altri avatar presenti… Il disastro comunicativo è dietro l’angolo. Anche Di Pietro fu contestato durante il primo comizio virtuale. Precursore anche in questo.

Il mio articolo su Economy:

Economy_Metaverso e politica_Andrea Barchies_17 ottobre 2022