Maria Cristina Finatti è un’insegnante di scienze e biologia all’istituto superiore Viola Marchesini di Rovigo. A ottobre, alcuni studenti le hanno sparato con una pistola ad aria compressa e la scena è stata ripresa dagli alunni, che hanno caricato il video sui social.
Il bullismo è sempre esistito, ma un social network è come uno specchio: il suo algoritmo riflette tutto quello che attira l’attenzione. Quindi, in qualche modo, è un amplificatore di ciò che siamo, nel bene o nel male.
All’interno dei social, c’è un fiume in piena di contenuti che vengono rovesciati senza moderazione, senza controllo e verifica da parte di qualcuno che possa garantire che questi siano adeguati. Purtroppo, manca una regolamentazione, ma i social non hanno fini etici o politici. Sono uno strumento di business per chi li costruisce. Per cui, la regolamentazione collide con gli interessi economici di queste piattaforme. Il tema è molto complicato e serve, prima di tutto, una sorta di norma etica, ma anche su questo vi sono dei dubbi.
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Ho parlato con Gianluca Nicoletti del caso Scurati in questa intervista per la trasmissione Melog su Radio 24.
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