Top Manager

Manager in rete: la voglia di leader alza le quotazioni

Il 2022 ha visto la consacrazione del nuovo ruolo dei top manager, sempre più guida per l’intero Paese. Negli ultimi dodici mesi, un contenuto su due (46%) è stato infatti riferito alla sfera della Leadership: in un contesto di grande fermento, l’Italia ha guardato a loro in cerca di una direzione. Si prenda ad esempio il ruolo giocato nella crisi economico-energetica. Sul finire dell’anno, poi, l’attenzione mediatica verso i top manager ha continuato la sua ascesa (+31% rispetto a novembre).

A dicembre Francesco Starace (81,81) sale di due posizioni, guadagnando il vertice della classifica Top Manager Reputation, l’osservatorio permanente di Reputation Science. L’ad di Enel ha presentato il piano strategico 2023-2025 e commentato i 60 anni dell’azienda, che ha anche raggiunto il suo punteggio più alto di sempre nel Dow Jones Sustainability World Index.

Al secondo Carlo Messina (79,66), ceo di Intesa Sanpaolo, incoronata «Banca dell’anno in italia» da The Banker e apprezzata per le sue politiche di attenzione alle risorse umane. Chiude il podio l’ad di Eni Claudio Descalzi (79,50), tornato a parlare di sicurezza e indipendenza energetica. Per la reputazione dei leader d’azienda rimane centrale il tema Esg, pur se in leggera flessione. Nel fashion è il caso di Giorgio Armani (78,66) con la sua sfilata green e di Brunello Cucinelli (77,18), premiato con il Neiman Marcus Award per aver reso il lusso più «umano».

Salgono in posizione 5 e 6 due protagonisti del cluster energia, Renato Mazzoncini di A2A (78,66) e Stefano Donnarumma di Terna (77,28), protagonista di un momento definito storico dal governo per l’ok Ue al co-finanziamento della nuova interconnessione elettrica Italia-Tunisia. Si conferma in testa al cluster trasporti l’ad di Ferrovie, Luigi Ferraris (74,69), +2 posizioni, nominato Businessman of the Year da Fortune Italia. Nona posizione per Matteo del Fante (71,19), ad di Poste, che riceve la certificazione Equal Salary ed entra negli indici di sostenibilità Dow Jones per il 4° anno consecutivo. Al decimo Andrea Orcel di UniCredit (71,02). Stabili Elkann (70,53), Rosso (69,06) e Cairo (68,66). Guadagna una posizione l’ad di Tim Pietro Labriola (68,02), seguito da Alessandro Benetton (65.95). A ridosso della Top 100 movimenti in crescita di Lucia Calvosa (Eni) e di Paolo Luigi Merli (Erg).

Il mio articolo su L’Economia del Corriere della Sera:

Paolo Marinoni

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